La diffamazione, nel nostro ordinamento giuridico, è il reato commesso da chi offende la “reputazione” di qualcun altro.

Quando denunciare per diffamazione è possibile e consigliabile?

Il delitto di diffamazione è descritto dall’articolo 595 del codice penale che lo punisce con la pena della reclusione fino a un anno oppure, in alternativa, con una multa fino a mille32 euro.

Diffamare una persona può essere punito severamente, anche quando avviene diffamazione sul lavoro.

Allo stesso modo anche la diffamazione aziendale è molto diffusa e grave e per questo è necessario avere sempre il consulto di un manager della brand reputation a tutela dell’immagine dei prodotti e dei servizi sul mercato.

Un esempio classico è la diffamazione via recensioni negative che riportano informazioni false e tendenziose sulle quali si può intervenire.

Se sei interessato a questo argomento abbiamo scritto una mini guida 2021 su come gestire le recensioni dei clienti qui.

Pungono più le parole che la spada e spesso chi agisce verbalmente per colpire l’immagine altrui, spesso non conosce la giurisprudenza e l’esistenza della pena per diffamazione.

Quando non c’è diffamazione?

A proposito di recensioni online.

Essendo io uno specialista della reputazione di aziende e persone, ricevo ogni giorno telefonate ed email di potenziali clienti che esordiscono dicendo “sono stato diffamato con una recensione sui canali della mia attività imprenditoriale. Voglio eliminarla perchè è ingiusta e mi danneggia”.

In questi casi la prima cosa che chiedo a chi si è rivolto a me è di mostrarmi la recensione.

Il motivo è semplice: se al professionista o all’imprenditore una recensione negativa può sembrare diffamatoria, per la legge non lo è affatto; anzi è leggittimo pubblicare la propria opinione a patto che si limiti a raccontare ed anche a criticare un prodotto / servizio / azienda che è sul mercato.

Per il diritto italiano e le sentenze recenti il diritto di critica è sacro.  Se ho mangiato male al ristorante posso scriverlo con una recensione raccontando cosa potrei migliorare e com’è stata la mia esperienza.

Allora come si fa a riconoscere una recensione diffamatoria che può essere contestata e magari eliminare rispetto ad una leggittima che dovrò accettare per sempre?

Ci sono 2 criteri fondamentali per stabilire se un contenuto come una recensione oppure un articolo di giornale è diffamatorio:

1) il contenuto contiene informazioni completamente o parzialmente false

2) la presenza di torpiloquio (insulti, appellativi fortemente lesivi)

Esempi di diffamazione: recensioni online negative

Ecco due esempi di recensioni diffamatorie  secondo la giurisprudenza italiana che posso farti poichè sono casi reali di clienti che abbiamo aiutato e che abbiamo risolto.

1) Un residence che affitta appartamenti riceve dopo il check out una recensione che recitava in questo modo “sono davvero infastidito e sorpreso, mi hanno nascosto il fatto che avrei dovuto pagare la pulizia finale dell’appartamento con parte del deposito cauzionale, davvero ingiusto e non professionale. Lascio una stella per questo motivo.”

Come siamo intervenuti?

Abbiamo parlato con il direttore del residence chiedendo che tipo di rapporto e quali informazioni fossero state scambiate con l’inquilino ed abbiamo scoperto che quest’ultimo, non solo era stato avvisato molte volte via e-mail ed oralmente su questa clasuola prima di prenotare l’appartamento ma lo stesso cliente del residence aveva accettato e sottoscritto con un contratto di affitto proprio su questa condizione; è stato lampante dunque la falsità della frase “mi hanno nascosto il fatto che avrei dovuto pagare la pulizia finale dell’appartamento con parte del deposito cauzionale”.

Infine abbiamo contattato il recensore tramite il nostro partner legale specializzato, il quale è riuscito ad ottenere la rimozione della recensione, tutelando la brand reputation dell’albergo.

2) Uno studio medico privato riceve la seguente recensione ” Siete dei ladri truffatori! mi avete preso in giro “

Come siamo intervenuti:

Dopo aver parlato con il titolare dello studio medico abbiamo compreso che l’account del recensore era molto probabilmente finto e di qualche competitor che voleva infangare la reputazione dello studio.

Abbiamo gestito professionalemente la critica online con una risposta pertinente per far si che gli utenti leggessero e capissero si trattasse di un fake ed infine abbiamo contattato Google che  ha accettato la nostra richiesta di rimozione.

Diffamazione mezzo web e stampa: come eliminare il proprio nome da Google

Abbiamo spiegato tante volta che il tuo nome è il brand più importante della tua vita; dalla qualità della reputazione che possiede il tuo nome dipende letteralmente la qualità della tua vita.

Avere un buon nome ti apre le porte ad una vita di successo, pieno di amore, serena e piena di opportunità.

Possere una cattiva nomea digitale ti rende poco credibile, non affidabile, poco attraente nel business e nelle relazioni interpersonali e nessuno ti darà più l’opportunità che pensi di meritare.

Cosa fare quando il tuo nome viene nominato su un giornale telematico e che ti mostra come la persona che non sei o che non sei più?

La risposta non è banale ma sicuramente devi sapere che un reputation manager può aiutarti a capire cosa è meglio fare nel tuo caso specifico.

In alcuni casi potresti ottenere l’eliminazione completa e definitiva del tuo nome da ogni articolo diffamatorio o lesivo alla tua reputaziona digitale.

In altri scenari puoi tutelarti per deindicizzare i link che ti danneggiano per non farli più vedere su Google.it ma soprattutto dalle prima pagine web.

Se poi hai subìto un processo giudiziario e sei stato completamente assolto, puoi inviarci la tua sentenza poichè otterremo per il diritto all’oblio Google.  Vuoi saperne di più? ne abbiamo parlato cliccando qui.

Finire vittima della cronaca giudiziaria non è bello e ti marchia a vita come abbiamo spiegato nell’approfondimento sull’ultima sentenza che spiega cosa possono scrivere i giornalisti sul tuo conto quando vieni indagato.

Diffamazione significato

La diffamazione è l’offesa alla reputazione.

Questo vuol dire che per esserci diffamazione non basta che l’interessato si “senta” offeso.

La reputazione infatti non è la considerazione che ciascuno di noi ha di sé stesso, ma è ciò che di ciascuno di noi pensano gli altri.

In sostanza affinché vi sia diffamazione è necessario che l’offesa venga conosciuta dalle persone con le quali la vittima della diffamazione è in rapporti nella società (personali, familiari, professionali).

Perché l’offesa diventi diffamazione occorre che sia potenzialmente capace di provocare in chi la legge o la ascolta un’opinione negativa della persona che ne è vittima.

La diffamazione può avvenire ad esempio per mezzo telefono ed Internet.

A seguito di una diffamazione puoi sporgere denuncia contro ignoti o colpevoli noti, ricorrere ad una diffida cartacea e per questo è molto importante che tu sia in grado di reperire i dati della sede domiciliare dove il responsabile della diffamazione riceverà la lettera del tuo legale per difendere la tua reputazione.

Tutto questo assicura che il diffamatore venga a conoscenza che il suo comportamento ripetuto nel tempo comporta una sicura condanna.

DIFFAMAZIONE SEMPLICE E AGGRAVATA

Nel nostro diritto sono previsti diverse ipotesi di diffamazione: se si offende la reputazione di qualcuno raccontando un fatto specifico, la pena aumenta: reclusione fino a due anni oppure multa fino a 2065 euro.

Un’altra ipotesi di diffamazione aggravata è quella legata al mezzo di diffusione dell’offesa: se per diffamare qualcuno si usa la stampa o qualunque altro mezzo di pubblicità, la pena aumenta ancora: reclusione da sei mesi a tre anni oppure multa “non inferiore” a 516 euro.

L’articolo del codice penale che punisce la diffamazione è stato scritto nel 1938, per questo negli anni diverse leggi hanno successivamente equiparato alla stampa prima i mezzi di informazione via etere (radio e televisione) poi quelli on line, e quindi i social network e la rete in genere.

In pratica, sono state previste pene identiche a quelle previste per la diffamazione aggravata dall’uso della stampa anche per tutti quei mezzi che, a causa della loro tipologia, possono raggiungere contemporaneamente un elevato numero di persone. Anche se non sono, giuridicamente, “stampa”. Ossia anche se non sono veri e propri organi di stampa.

diffamazione online

ELEMENTI COSTITUTIVI DELLA DIFFAMAZIONE

La diffamazione è considerata, dalla nostra giurisprudenza, un reato istantaneo. Ossia si configura nello stesso momento in cui l’offesa viene diffusa al pubblico.

Proprio perché si tratta di una lesione della reputazione di una persona, cioè dell’opinione che di questa persona hanno gli altri, non ha alcuna importanza se l’interessato viene a conoscenza o meno dell’offesa che lo riguarda.

Affinché si possa accusare qualcuno di diffamazione è necessario però dimostrare che all’origine dell’offesa ci sia il dolo. Che tuttavia, nel caso del reato di diffamazione, è sufficiente che sia “generico”.

In sostanza vuol dire che basta la consapevolezza che il fatto raccontato possa anche soltanto in teoria offendere la reputazione del soggetto.

VERITA’ PUTATIVA

Non esiste invece la diffamazione colposa. La prova che non si è agito di proposito la deve però fornire l’accusato che deve dimostrare la sua buona fede.

In sostanza deve provare di aver verificato il suo racconto con tutti i mezzi possibili a sua disposizione. E che queste verifiche lo abbiano indotto a credere che la storia raccontata fosse vera.

A questo proposito è bene sapere che chi commette il reato di diffamazione potrebbe “cavarsela” se dimostra che lo stesso fatto che viene ritenuto diffamatorio è stato già portato in passato a conoscenza del pubblico, con altri e diversi mezzi di diffusione o di informazione, e che nonostante ciò l’interessato non abbia mai protestato, cioè non abbia mai smentito quei fatti.

diffamazione sul web

QUERELA PER DIFFAMAZIONE: COME DIFENDERSI

La difesa dalla diffamazione passa attraverso due strade:

  • la richiesta di smentire i fatti raccontati e di correggere ciò che è stato detto
  • la presentazione di una querela contro l’autore della diffamazione.

Le due strade possono essere percorse anche contemporaneamente.

Nel senso che la richiesta di rettifica e di smentita, anche quando venisse accolta dal responsabile della diffamazione che provvede a correggere ciò che ha raccontato, non esclude la possibilità per la vittima della diffamazione di presentare la querela e ricorrere, quindi, alla magistratura per punire il responsabile.

La querela va però presentata entro 90 giorni.

Sulla decorrenza dei 90 giorni oltre i quali la querela non è più valida, in giurisprudenza ci sono opinioni differenti.

Alcuni affermano che i 90 giorni decorrono da quando la vittima della diffamazione viene a conoscenza dell’offesa.

Altri, la maggior parte, ritengono che i 90 giorni decorrano dal momento in cui il fatto è stato diffuso.

Se vuoi iniziare a difenderti da contenuti diffamatori on line richiedere un analisi del tuo caso per rimuovere contenuti lesivi dal web a questa pagina.

Se invece sei stato minacciato di morte, abbiamo creato un approfondimento per aiutarti a capire come procedere alla denuncia per diffamazione e calunnia o minaccia e chi devi contattare per tutelare la tua sicurezza personale e digitale.

Nella pagina dedicata abbiamo raccolto degli esempi celebri per mostrarti le differenze e come capire la violazione dei tuoi diritti.

RISACRIMENTO DEL DANNO

Oltre alla querela, che dà origine a un processo penale a carico del responsabile della diffamazione, la vittima dell’offesa può anche chiedere un risarcimento del danno con un processo civile.

In questo caso l’azione civile può essere avviata entro cinque anni dal giorno in cui il fatto si è verificato.

Ossia dal giorno in cui l’offesa è stata resa pubblica