Sicuramente è uno dei problemi del momento, perlomeno per quello che riguarda il nostro paese, alle prese con una situazione interna di enorme conflittualità politica e sociale, in un panorama mediatico dalla regolamentazione ancora molto fumosa, che vede i social media diventare arene dove si tira fuori il peggio del peggio dalle persone.
Ecco perchè trattiamo di un argomento che ci sta molto a cuore che potremmo intitolare= Minacce di Morte: cosa fare?
Insulti, offese, spesso anche gravi, turpiloquio…e spesso gli stessi social difettano nell’intervenire, nel mostrare una capacità di “pulizia digitale”.
Chi è la vittima Riccardo Puglisi?
A chi non è capitato di segnalare commenti o post intolleranti, intimidatori, xenofobi o denigratori e sentirsi dire che tutto questo “rispettava gli standard della comunità”?
Nelle ultime settimane il clima si è fatto davvero irrespirabile e un grido di allarme è giunto sicuramente dal Professor associato di Economia dell’Università di Pavia Riccardo Puglisi, che da diverso tempo è bersaglio degli anti-europeisti, sovranisti e compagnia bella.
La sua colpa è quella di scagliarsi contro questo fronte, di chiedere soprattutto la presenza nei talk show e programmi politici televisivi di personalità formate e non “parvenu”.
Le conseguenze? Beh giudicate voi…
Chi l’autore della minaccia di morte via Twitter?
Ancora non si sa chi si nasconda in realtà dietro l’account di #SteveBorgia, ma di certo è solo uno dei tanti haters e troll che si divertono ad infettare il web con il loro odio, che sovente si mascherano dietro account falsi per poter insultare e minacciare impunemente.
Ciò che spesso gli odiatori ignorano, è che il reato di minacce esiste ed è anche un fatto molto grave.
Minacce via sms, minacce su messenger sono all’ordine del giorno nei casi di stalking e per la polizia postale Instagram è il canale più utilizzato per controllare la vita della vittima.
Ecco che il Professor Puglisi però ha reagito, denunciando il tutto alla Polizia e sospendendosi da Twitter, un modo per non farsi coinvolgere in diatribe di questo tipo. Una denuncia per minacce è ciò che non si aspetta, l’ignaro hater.
Cosa si fare nel caso di minacce via Facebook, Twitter o Instagram?
A questo proposito le Forze dell’Ordine italiane sono in perenne gara per rendere sempre più chiaro il modus operandi, ed in particolare la Polizia Postale, che recentemente ha creato un elenco di regole e consigli inerenti il Cyberstalking che possono essere facilmente reperite tra i consigli della pagina ufficiale.
Il vademecum della polizia postale per proteggersi sul web
In generale per ogni dubbio o perplessità non vi è che da consultare la pagina ufficiale del sito della Polizia Postale italiana, che ormai da tempo consiglia di non dare mai corda a chi provoca o minaccia per non rimanere impigliati in un gioco senza fine.
Per altro l’iter da seguire è anch’esso reso fruibile da chiunque sempre sull’apposito sito.
Tuttavia bisogna tener presente un grosso problema nel nostro paese: con una recente riforma, tutti i reati sanzionati con la pena pecuniaria o con la reclusione fino a 5 anni vengono automaticamente archiviati e non si procede più alla punizione del colpevole.
L’unica eccezione è legata alla recidiva, se cioè chi ci minaccia non sia nuovo a tale modus operandi.
Quelle azioni che non hanno prodotto conseguenze gravi per la parte lesa stando alla nostra giurisprudenza sono quindi trattate con una sorta di clemenza che però ora è all’ordine del giorno per essere modificata. Il caso del Professor Puglisi infatti non è l’unico né l’ultimo anzi… Proprio per questo abbiamo creato una guida per sapere come difendere la reputazione personale digitale.
Cosa rischia il colpevole della minaccia via web?
Chiunque minaccia ad altri un ingiusto danno è punito, a querela della persona offesa, con la multa fino a 1.032 euro.
La minaccia di morte è un vero e proprio reato penale che prevede una multa di 1032 euro e perfino 1 anno di reclusione.
Inoltre se la minaccia viene ricevuta online puoi fare la denuncia stessa nel sito dedicato della polizia postale.
Alcuni casi famosi in Italia di minacce via web
La minaccia ricevuta da Fedez e Chiara Ferragni?
Ne sa qualcosa Fedez, il celebre rapper e showman televisivo, che ha scoperto l’altra faccia di essere (assieme alla moglie Chiara Ferragni) un grande protagonista del web. A causa di alcuni “exlpoit” pubblici (su tutti una festa “improvvisata”in un supermercato) la coppia è stata duramente attaccata sui social e ne è nata una sorta di crociata anti-Ferragnez, che ad un certo punto è degenerata in insulti, minacce di morte e addirittura telefonate minatorie alla coppia, che a quanto pare si è rivolta a specialisti della sicurezza web. Ma se pensate che insultare vada sempre bene….beh vi sbagliate.
La minaccia ricevuta dal Sindaco di Bari, Antonio Decaro?
Ne sa qualcosa il 27enne che ha deciso di minacciare il Sindaco di Bari, Antonio Decaro; a quanto pare il giovane è stato ritenuto vicino al clan mafioso Parisi di Bari, imputato per minacce aggravate e diffamazione nei confronti del Primo Cittadino, “colpevole” nel 2016 di aver messo un freno all’attività dei venditori ambulanti abusivi, che ormai ricoprivano con le loro fornacelle tutto il lungomare di Bari.
Il giorno dopo il giovane lasciò commenti del tipo «Decaro è un pezzo di m… bastardo e deve morire», «a morte tutti sti figli di p…», «sono pronto alla guerra» e dopo quei fatti fu disposta anche la scorta per il sindaco. Sindaco che ha voluto ricordare un principio fondamentale e cioè che denunciare alle autorità competenti ed evitare di farsi intimorire (sul web come nella vita quotidiana) è sempre importante.
Il caso dell’influencer cacciatrice di animali
A quanto pare ce n’è per tutti.
Perfino per utilizzatori più “esperti” e presenti sul web, ovvero gli influencer.
Rachel Carrie mamma di 35 anni dello Yorkshire, famosa su Instagram con ben 60.000 follower, per fotografare animali cacciati personalmente e che puntualmente si cucina a casa.
Rachel è divenuta a sua volta preda di una moltitudine di hater che la inseguono sul web criticandola ed accusandola di essere un’assassina. Le minacce online che riceve ogni giorno sono le seguenti: “Spara a tuo figlio” – “Perché non spari a tuo figlio in testa come hai fatto col cervo?”, “vorremmo vedere il tuo piccolo cervello esplodere”. Puoi immaginare come possa sentirsi una mamma di fronte a queste invettive violente ed aggressive; dall’altro canto Instagram ha iniziato a mettere una censura sui suoi post che animali senza vita, poichè classificate come violente.
Come è evidente le minacce del web sono molte, come quelle reputazionali, per questo abbiamo creato una guida per comprendere come difendere la propria reputazione personale sul web
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