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Come procedere per il risarcimento danni patrimoniali dell’azienda? Prima di verificare cosa sia consentito o meno dalla legge, occorre vedere come può un’impresa proteggere il patrimonio aziendale.

Per proteggere quest’ultimo non si deve più fare riferimento ai soli macchinari e beni materiali custoditi all’interno del luogo di lavoro. Soprattutto in questi tempi, infatti, proprio la conoscenza e le informazioni condivise all’interno di un’azienda sono quel quid capace di fare la differenza rispetto alla concorrenza.

Custodire il patrimonio materiale e immateriale richiede una preparazione da parte dell’amministrazione dell’impresa che deve essere capace di configurare tutte quelle situazioni rischiose e del relativo danno economico che arrecherebbero.

Per poter avere un quadro chiaro di quando si può chiedere il risarcimento danni patrimoniali dell’azienda, bisogna in primis chiarire in quali situazioni si può verificare questo danno.

Il danno al patrimonio aziendale

Per proteggere il patrimonio aziendale, occorre capire bene in cosa consista la specificità dei beni che costituiscono quel patrimonio.

Questi possono essere molto vari: si va dalla liquidità affidata al rappresentante commerciale per sostenere le spese degli spostamenti e degli incontri con i clienti, al know how specifico interno a quella realtà aziendale (brevetti, protocolli e processi produttivi). Non solo, le informazioni commerciali, come anche i semplici nomi dei clienti e i loro contatti, o l’immagine del marchio costituiscono anch’esse un patrimonio aziendale.

Protezione informatica, sanzioni, accordi di segretezza, limitazioni nell’uso dei social network sono solo alcune delle regole che possono essere applicate a tutela del patrimonio dell’impresa.

Bisogna quindi avere ben chiaro cosa proteggere e poi mettere in pratica le prassi migliori.

Quando avviene il danno al patrimonio aziendale

Una volta stabilito in cosa consista il patrimonio dell’impresa, si può quindi passare all’attuazione del risarcimento danni patrimoniali nel caso in cui siano stati compromessi.

La responsabilità risarcitoria del dipendente non è solo di natura contrattuale, ma anche extra-contrattuale. Con la prima definizione, si vanno a identificare tutte quelle situazioni in cui il lavoratore risulta inadempiente rispetto agli obblighi previsti dagli articoli del Codice Civile.

Dall’articolo 2104 si ritrovano infatti gli obblighi di diligenza, di fedeltà e di lealtà. Sono delle prescrizioni che regolamentano il rapporto di lavoro tra datore di lavoro e impiegato di modo che quest’ultimo rispetti i suoi impegni lavorativi così come previsto dal contratto.

A fronte del mancato adempimento a questi obblighi, il dipendente rischia il licenziamento per giusta causa. Se, invece, il danno è di tipo doloso o colposo, l’articolo 2043 del Codice Civile prevede l’obbligo di risarcimento da parte del responsabile del danno.

Se, per esempio, il lavoratore utilizza per scopi privati delle somme di denaro affidategli dall’azienda per svolgere una mansione, questi andrà incontro non solo a violazioni delle regole di correttezza ma si procura un danno all’integrità del patrimonio aziendale affidatogli.

Come richiedere il risarcimento danni patrimoniali

Se il lavoratore provoca un danno al patrimonio del datore di lavoro, questi può agire per ricevere un risarcimento danni patrimoniali.

La Cassazione afferma anzi, che l’azienda può agire sia nel caso in cui il danno sia di natura contrattuale che extracontrattuale. A seconda del caso, il lavoratore è tenuto a rispondere della responsabilità risarcitoria a seguito di una semplice sanzione disciplinare oppure solo dopo il verdetto di un giudice (solitamente la seconda avviene nel caso di inadempienze extra-contrattuali).

Il risarcimento danni patrimoniali può avvenire tramite l’emanazione della sanzione disciplinare e della richiesta del risarcimento, oppure della sola richiesta del risarcimento.

Come forma di risarcimento è comune prassi in alcune aziende quella di applicare la trattenuta in busta paga per ripagare il danno subito. Azione che deve essere eseguita solo dopo una contestazione disciplinare che specifichi il danno arrecato e il corrispettivo dovuto.

Adempiere a questa pratica richiede una profonda conoscenza del Codice Civile, perché facilmente si può sforare nella parte del torto pur essendo parte lesa ed essere accusati di comportamento illecito come datore di lavoro.

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