Siamo alla fine dell’anno 2020 e molti di noi ricorderanno questi mesi come la chiusura di un periodo davvero sfortunato.
Infatti il protagonista mondiale che ha tolto ottimismo in ogni popolo della terra è stato la comparsa del maledetto virus Covid-19.

Inutile dire, che tutti noi abbiamo dovuto forzatamente adattarci allo smart working, ad un igiene maniacale, al distanziamento sociale e purtroppo a vedere quelle certezze di sempre, essere messe in discussione.
Coronavirus e Lo Smart Working del 2020
Quando parliamo di smart working, facilmente sfugge il vero significato di ciò che vuol dire questo termine.
Letteralmente “lavoro intelligente” è l’idea di organizzare il lavoro in modo “agile” ovvero che rivoluziona i processi tradizionali di lavoro, per rendere lo stesso efficiente ed efficace. In termini più banali significa idealmente, lavorare meglio, produrre di più ed in alcune fortunate implementazioni, lavorare meno.

In questo ci viene in aiuto sicuramente una serie di iniziative innovative di processo che sfruttano tecnologie, le quali rendono azioni ripetitive e noiose, automatizzate, veloci e dunque scalabili. Un esempio concreto è l’ausilio dell’intelligenza artificiale che banalmente compie ricerche su Google per noi.
Non è molto lontana infatti l’epoca delle biblioteche dove per concludere una tesi bisognava leggere a fondo moltissimi libri materialmente. Eppure sembra davvero un secolo fa, quando la ricerca era delegata al tempo-lavoro di un uomo.
Oggi in pochi secondi, gli entusiasti del marketing direbbero ” in modo smart” siamo in grado di fare cose complesse e soddisfacenti.
Il coronavirus è stato indubbiamente un catalizzatore di alcune applicazioni di lavoro intelligente.
L’esempio più ricorrente in tutto il mondo sono le riunioni digitali, con l’ausilio di applicativi come Google Meet, Zoom oppure il famigerato Microsoft Team.

Questo nuovo modo di collegare lavoratori, aziende, liberi professionisti, imprenditori ed amministrazioni pubbliche hanno aperto la strada alla consapevolezza che il lavoro non deve essere per forza concepito ed agganciato ad una sfera fisica temporale da ufficio.
Infatti, esistono vantaggi innegabili come ad esempio il non dover raggiungere fisicamente il luogo di lavoro; ciò implica essere esenti da contrattempi come il parcheggio, traffico ed eventuali costi di trasferimento ma soprattutto di tempo.
Le scuole e la didattica a distanza ( DAD)
Il mondo della formazione è stato messo improvvisamente di fronte l’incessante bisogno di continuare lo svolgimento delle lezioni nonostante il divieto di potersi riunire nelle classi fisicamente, e così insegnanti, presidi e studenti hanno scoperto la didattica a distanza.
Parliamoci chiaro, in realtà la formazione online esiste da molti anni ed è anche molto sviluppata nei suoi strumenti e metodi, ma la moltitudine delle persone e delle organizzazioni non ci avevano ancora fatto il callo, per così dire.
Ecco che, la così detta DAD (didattica a distanza), che non è l’università di Google, diventa uno dei punti più argomentati nell’agenda di governo, nei telegiornali, talk show di politica e naturalmente sui social network, nell’ambiente digitale.
Il motivo è che questo cambio improvviso dei metodi di insegnamento devono essere affrontati con grande lucidità, con i giusti mezzi e principi.

Un caso virtuoso ed esemplificativo sono i provvedimenti presi dall’Università Bocconi.
Infatti il rettore GianMario Verona, in un’intervista con Marco Montemagno, ha rivelato di aver assoldato una persona abitutata ad insegnare tramite il format digitale per insegnare e potenziare le abitudini e le qualità di insegnamento al corpo docente.
L’idea è che il formato digitale segue delle dinamiche di interazioni completamente diversi e frenetici. Il rischio di un insegnante tradizionale è quello di annoiare e non coinvolgere a sufficienza lo studente che è davanti lo schermo.
Qui l’intervista https://youtu.be/KivNrrCqy50
Come evitare Figuracce digitali nelle video call tutelando la reputazione personale e professionale
L’utilizzo diffuso di video conferenze per lavoro e per lo studio in questo anno, ha visto verificarsi dei tristi ed imbarazzanti incidenti digitali o figuracce digitali.

Infatti se per stare a tavola o quando si è in presenza ad una riunione richiede seguire delle convenzioni sociali e comportamentali adeguate, allo stesso modo, quando si è connessi in videochiamata bisogna fare attenzione ad alcune piccole abitudini che sicuramente non ci rovineranno la vita e faranno che la reputazione professionale rimanga intatta.
Elenco degli errori che si fanno in videochiamata molto pericolosi per la reputazione
1) per partecipare ad una call, utilizzare la migliore e-mail professionale, perciò evitando nomignoli infantili o poco pertinenti alla sfera ed all’immagine lavorativa che si vuole trasmettere (es. di e-mail da evitare: ombrettorosso69@gmail.com)
2) vestirsi e curarsi con la stessa attenzione che useresti se ti dovessi recare in ufficio.
3) prima di entrare nella chiamata preparare l’ambiente che verrà ripreso alle nostre spalle. Infatti lo sfondo dovrebbe essere il più neutro possibile senza dare troppi appigli ad i nostri interlocutori per pensare male di noi.
4) prima di accedere alla riunione telematica fare attenzione se la video camera ed il microfono sono attivati, non vorrai fare vedere o sentire cose private e non opportune.
5) la netiquette delle videochiamate, vuole che si parli una persona alla volta e che nel mentre tutti gli altri partecipanti spengano il microfono per non creare confusione ed interferenze sonore.
6) controlla attentamente se hai spento il microfono o la camera perchè molte persone per distrazione ed ingenuità hanno commesso dei disastri reputazionali distruttivi
Come questo esempio qui sotto.
Come costruire la reputazione personale online nel 2021
Dopo aver visto come NON utilizzare il web durante il lockdown per costruirsi una reputazione digitale, possiamo dare qualche consiglio su come farlo nel migliore dei modi nel 2021.
Già il fatto che sottolineiamo che siamo nel 2021 la dice lunga; infatti significa che esistono dei trend e delle nuove abitudini che bisognerebbe assumere per mantenere e potenziare la propria immagine personale nel migliore dei modi.
Ecco alcuni esempi per implementare e migliorare da subito la tua presenza digitale personale:
1) Apri un account Youtube con il tuo nome e cognome per caricare il video cv o biografia video sulla tua persona. Questo ti permetterà di farti conoscere immediatamente sui motori di ricerca, come quello che vorresti essere percepito, sfruttando il formato video. Inoltre, sarai conosciuto per nel modo più esaustivo e corretto possibile, senza lasciare fraintendimenti.
Per comprendere ti mettiamo qui un esempio.
Abbiamo accennato a come costruire la reputazione personale online su Youtube.
2) Apri il tuo account social Linkedin. Se non sai cos’è Linkedin, stiamo parlando del social network più importante dedicato al mondo del lavoro.
Avere un profilo Linkedin è importante per 2 motivazioni principali: per trovare lavoro e per trovare clienti ed affari.
Il profilo Linkedin deve essere pieno di tutte le informazioni professionali come il curriculum vitae e l’utilizzo deve essere proattivo nel creare e mantenere relazioni professionali.

3) Crea il tuo sito web personale nomecognome.it dove potrai inserire tutte le informazioni ufficiali sulla tua identità digitale.

In questo modo riuscirai a controllare il biglietto da visita che apparirà nelle prime posizioni di Google, quando chi cerca il tuo nome e cognome, troverà.