La tua immagine sul web è in pericolo?

Quello che la tv non ha detto sul caso Scarcella

Do you know Mirko Scarcella?” è il motivetto che ultimamente avrai sentito ripetere in programmi televisivi, meme ironici sul web e perfino in un remix dedicato.

Il futuro deve essere ancora scritto.

Stiamo parlando del caso del “Guru” dei social media, smascherato nel vendere servizi di visibilità tramite i social, discutibili fatturando centinaia di migliaia di dollari e che hanno fatto infuriare personaggi pubblici del calibro dell’imprenditore Gianluca Vacchi ed altri.

Lorenzo Redaelli profilo Linkedin

All’improvviso il mondo del social media management ed influencer marketing, ha avuto un’esposizione mediatica sul mainstream e non nel modo migliore, forse infangando indirettamente la reputazione di tanti professionisti ed agenzie di digital marketing, che per fortuna si difenderanno mostrando risultati e best case, successo dopo successo.

In questo articolo diremo tutto quello che non hanno detto le televisioni ed i media tradizionali su questo caso Scarcella, divenuto mediatico.

In un certo senso dovremmo “ringraziare” persone come Mirko Scarcella, poichè denunce come queste, ci possono aprire gli occhi ed accendere i riflettori su una tematica che diviene sempre più riccorrente nelle sue evidenti conseguenze sugli utenti adulti, adolescenti e bambini che utilizzano i social network come Tik Tok, Instagram, Facebook e Youtube.

Per fare ciò, ci faremo aiutare da un giovane ragazzo brillante, Lorenzo Redaelli.

Egli durante l’intervista rilasciata al programma televisivo “Le Iene” ha testimoniato le misfatte di Mirko Scarcella, concentrandosi in un’analisi che i giornalisti di Mediaset, hanno definito “filosofica” e non per questo poco importante.

Qui l’intervista delle Iene.it

Di che stiamo parlando?

Le vecchie e soprattutto le nuove generazioni, sono vittime di un approccio pericoloso al mondo tecnologico, social del web, che sta inducendo il mondo a seguire ed essere vulnerabili a modelli negativi e distruttivi, che nuociono e nuoceranno le nuove generazioni.

Iniziamo l’intervista per capire in che direzione stiamo andando ed avere piccoli ma pratici consigli per diventare immuni da questo meccanismo.

Presentati. Cosa dovremmo sapere di te?

Ciao a tutti, mi chiamo Lorenzo Redaelli e per prima cosa vorrei ringraziarvi per avermi concesso la possibilità di fare due chiacchiere con voi e di provare a riflettere con voi su una tematica che mi sta molto a cuore.

Ho 19 anni e sono uno studente in due diverse università, l’ESCP Business School di Parigi e la Universidad Carlos III de Madrid.

Dopo aver vissuto a Londra lo scorso anno, mi sono trasferito da un paio di mesi a Madrid per frequentare il secondo anno delle due università che frequento.

L’anno prossimo mi trasferirò a Berlino per ultimare il mio corso di laurea all’ESCP BS e una volta laureatomi tornerò a Madrid per frequentare l’ultimo anno accademico del mio percorso alla Carlos III.

Per quanto riguarda i miei obiettivi futuri in ambito professionale, non posso affermare con certezza in quale settore lavorerò, ma le mie precedenti esperienze lavorative mi hanno permesso di identificare tre mondi che mi affascinano molto: la consulenza strategica, la ristorazione e il mercato immobiliare.

Tuttavia sin da quando ero bambino sono sempre stato un sognatore e custodisco sempre con me due grandi sogni: partecipare ad un TEDx in veste di relatore e lavorare in giro per il mondo in modo da poter scoprire e vivere in più città possibili.

Hai parlato del fenomeno Scarcella alle Iene: qual è la riflessione più importante da fare?

Personalmente ritengo che la vicenda Scarcella vada considerata e analizzata da un punto di vista più ampio.

Questa storia ci fornisce la possibilità di compiere una riflessione non solo su noi stessi e su come le influenze a cui siamo esposti quotidianamente sulle reti sociali riescano inconsciamente a condizionare la nostra percezione della realtà, ma anche e soprattutto a livello sociale.

Credo che il fenomeno Scarcella sia la perfetta esemplificazione di una crisi di valori conclamata ed estesa su larga scala nella mia generazione e non solo.

L’adolescenza di noi millennial è stata scandita e condizionata da dinamiche social più che da dinamiche sociali, e questo elemento di novità non solo ha posto i genitori in una situazione nuova e difficilmente gestibile a livello educativo, ma ci ha anche esposti a un vero e proprio bombardamento di contenuti che, sulle menti non ancora plasmate di noi ragazzi, può avere degli effetti considerevoli.

I modelli che hanno maggior impatto sui più giovani non sono controllati, scelti o filtrati in alcun modo, sono semplicemente rappresentati da coloro che hanno un maggior seguito sui social e di conseguenza, maggior potere comunicativo.

Con questa affermazione non intendo demonizzare la tecnologia e il mondo degli influencer, bensì vorrei riflettere con voi sul fatto che questi vari “personaggi” un’influenza ce l’hanno veramente, spesso senza rendersene conto.

Perchè hai deciso di contattare Mirko Scarcella?

Ho deciso di contattare Scarcella fondamentalmente per due motivi: l’inesperienza e la mia indole sognatrice.

Quando lo scoprii su Instagram avevo 17 anni e un blog che faticava a prendere il volo per via di contenuti che erano forse troppo di nicchia per un target così giovanile.

Le ore trascorse davanti a uno schermo nella mia cameretta provando a registrare dei video in grado di lasciare il segno su noi giovani erano tante, la voglia di raccontare la mia visione del mondo ancor di più, ma i risultati erano tutt’altro che soddisfacenti.

Questo ha giocato un ruolo fondamentale e ho così capito che per per poter raggiungere più persone interessate ai miei contenuti, avevo bisogno di migliorare notevolmente le mie abilità in ambito di social media management.

Dopo mesi di servizi televisivi e articoli sulle più autorevoli testate giornalistiche nazionali, mi sono convinto a fidarmi di Scarcella e a comprare il libro “Instasecrets”.

Quali sono le tecniche che ha utilizzato Scarcella per aumentare la percezione di se stesso? Come riconoscerle?

Sinceramente ritengo che Scarcella abbia sempre cercato una rivincita nei confronti della vita e con il tempo questa ambizione sia diventata un mix fatale di megalomania e arroganza.

I suoi vecchi post (quelli precedenti al primo speciale delle Iene) presentano tutti due tratti comuni: l’esibizionismo e l’ostentazione, anche della sua autostima.

Analizzando i suoi contenuti possiamo vedere come abbia accresciuto il suo status auto celebrandosi e inscenando una vita fatta di lusso ed eccessi, elementi che, ora più che mai catturano l’attenzione di una generazione cresciuta in balia dei social e delle sue dinamiche di superficialità.

“….. La scuola serve se riesce smascherare un ciarlatano…” La scuola è abbastanza aggiornata per aiutare a smascherare un ciarlatano? Secondo te cosa manca?

La scuola a mio parere dovrebbe insegnare come pensare e non cosa pensare, e spesso purtroppo, succede l’opposto.

Durante il mio percorso scolastico in Italia ho avuto modo di riflettere più volte sul nostro modello scolastico che, per quanto ritenga di livello eccellente sotto un punto di vista accademico rispetto a tutti gli altri paesi europei e non solo, presenta a mio avviso due importanti criticità: la mancanza di praticità e la scarsa propensione ad incentivare gli studenti a crescere facendo esperienze extracurricolari.

La scuola italiana ci prepara accademicamente in maniera incredibile, ma non ci fornisce gli strumenti per competere nella quotidianità con chi ha passato molte meno ore sui libri rispetto a noi, ma compensa con una spiccata praticità e abilità di problem solving.

Lavorativamente parlando, ci lascia con un bagaglio culturale incommensurabile, ma allo stesso tempo con poco spirito di iniziativa e poca capacità di adattamento, qualità che nel mondo di oggi, a mio avviso, sono indispensabili.

Prova a spiegare ad un 13 enne come dovrebbe approcciarsi al mondo digitale, dei social media e degli influencer

Già il fatto che un giovane si affacci al mondo social a 13 anni è un successo, considerando il fatto che molti bambini già a 10 anni si trovano uno smartphone tra le mani.

Sinceramente questa domanda mi mette molto in difficoltà in quanto, essendo ancora uno “sbarbato”, conosco bene le sensazioni che si provano esplorando i social da ragazzini, e per quanto possa provare a dare consigli ai ragazzi più giovani di me, credo che sarebbero vani.

Tuttavia però mi sento di fare un appello a chi i social network li gestisce e che spesso non considera il fatto che “l’avatarizzazione” degli utenti per scopi commerciali, riguarda pienamente anche chi, essendo molto giovane, non ha gli strumenti per poter analizzare e cogliere la realtà con spirito critico.

Noi giovani siamo complici della crescita esponenziale dei modelli di superficialità di cui abbiamo parlato, ma siamo prima di tutto vittime di logiche volte alla pura monetizzazione dei colossi del web, non dimentichiamocelo.

Hai visto il documentario “The Social Dilemma” ? Cosa ti ha colpito di più?

Ho visto “The Social Dilemma” qualche settimana fa e nonostante non ne sia rimasto scandalizzato in quanto ero già a conoscenza delle dinamiche descritte, ritengo sia un primo grande passo per provare a cambiare le cose e invertire la rotta della grande macchina dei social, che a mio avviso, ha perso di vista il leitmotif per cui sono stati creati.

Credo che tutti noi dovremmo vederlo e prendere consapevolezza del fatto che l’intrattenimento che i social ci donano quotidianamente non è gratuito, bensì ha un prezzo molto caro, non solo a livello monetario.

Cosa ne pensi dei genitori che pubblicano le foto e video dei figli sui social media? Sarà un’altra bolla ed un giorno si pentiranno amaramente del proprio comportamento superficiale verso il mondo dei social?

Sicuramente è una tematica che merita una riflessione, ma avendo 19 anni mi vedo ancora molto lontano da questo “mondo” e credo che per poter esprimere un giudizio a riguardo sia necessario quantomeno essere un genitore.

Cosa vuol dire per te il Mondo Moderno?

Come ho detto precedentemente, sono sempre stato un sognatore e il mio sogno più grande resta quello di continuare a girare per poter vivere in più città possibili.

Il Mondo Moderno per me è questo, poter vivere con la valigia in mano conoscendo persone e scoprendo culture, senza però dimenticarsi delle proprie origini.

Il tuo motto / citazione preferita?

Più che una citazione preferita porto sempre con me un aforisma di Juan Ramón Jiménez che rispecchia pienamente il mio modo di essere, la mia vita e i miei sogni: “Radici e ali. Ma che le ali mettano radici e le radici volino.”

C’è qualcosa che non ti abbiamo chiesto e che vuoi aggiungere?

Sì, ora che ci penso non mi avete chiesto dove mi vedo tra 5 anni. Menomale perché non avrei saputo rispondervi.

Manda un consiglio ( 1 hack) / messaggio alle persone che usano almeno 1 social network più di una volta al giorno.

Oltre al classico consiglio di disattivare le notifiche sul proprio smartphone posso consigliarvi un approccio che sto sperimentando in prima persona da qualche settimana.

Consiste nel passare in rassegna tutti i profili che seguiamo sui social network e smettere di seguire tutti coloro che concretamente non apportano un arricchimento alla nostra vita.

Può sembrare banale, ma vi garantisco che ridurre di qualche decina il numero di profili seguiti, non solo ci tiene incollati allo schermo per meno tempo, ma ci può aiutare anche a eliminare “condizionamenti” evitabili di cui spesso non ci rendiamo conto.

social media guru truffa del secolo nel mondo moderno

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