Ci sono molti modi per combattere i cambiamenti climatici, c’è chi sta nelle piazze e cerca di concentrare l’attenzione mediatica per lanciare messaggi e fare pressing sull’agenda politica mondiale, come associazioni e la famosa coraggiosa bambina Greta Thumbergher e chi invece lo fa giorno dopo giorno in silenzio nei laboratori scientifici e nelle aule universitarie.
Abbiamo intervistato un’eccellenza italiana ed europea che fa parte team che ci guiderà verso un futuro pieno di speranza. Lui si chiama Guido Zichittella è un nostro amico ed è stato premiato per “un record mondiale”. Ecco l’intervista integrale.
Presentati, cosa dovremmo sapere di te e che tipo di professionista sei?
Mi chiamo Guido Zichittella e sono originario di Marsala in Sicilia ma vivo da 6 anni a Zurigo. Qui sto conseguendo il mio dottorato di ricerca in ingegneria chimica all’ETH, che in particolare riguarda lo sviluppo di tecnologie per la trasformazione di gas naturale in prodotti chimici.
Che background hai come sei arrivato fin qui?
Dopo il liceo in Sicilia, mi sono trasferito a Milano dove ho ottenuto la triennale in ingegneria chimica al Politecnico. Da li, sono andato in Erasmus all’ETH di Zurigo, dove avevo in programma di rimanere solo sei mesi.
Invece, sono ormai 6 anni che sono qui!
Durante l’Erasmus mi sono “innamorato” di questa università e le possibilità che mi ha dato e mi continua a dare. Allora, ho deciso di rimanere per conseguire la specialistica in Chemical and Bioengineering, che ho ottenuto nel 2015, e subito dopo ho continuato con un dottorato di ricerca nel gruppo di Advanced Catalysis Engineering Prof. Javier Pérez-Ramírez, che concluderò alla fine .
Cos’è per te il “Mondo Moderno”?
Per me è un mondo di estremi e contraddizioni.
Un mondo in cui abbiamo possibilità incredibili da sfruttare che decenni fa non si potevano nemmeno immaginare, ma allo stesso tempo è anche un mondo dove le persone tendono sempre più ad essere “wired” (connessi) e a rifugiarsi nel mondo virtuale dei Social Media, separandosi dalla realtà. Un mondo in cui tecnologie incredibili per la salvaguardia pianeta vengono sviluppate di continuo, ma allo stesso tempo foreste vengono bruciate per profitto.
Cosa ti ha fatto diventare fra i migliori under 30 europei secondo Forbes?
Durante il mio dottorato, ho sviluppato una nuova tecnologia che trasforma il gas naturale in olefine, prodotti fondamentali per l’industria chimica dai quali derivati quasi tutti i prodotti che esistono, con una resa/efficienza che supera quella di qualsiasi altro processo per la generazione di questi prodotti. In poche parole, un nuovo record mondiale. Questa comunque è solo una parte motivo di questo successo, che sicuramente è la più semplice da spiegare in poche parole.
Spiegaci su cosa stai lavorando come se lo dovessi spiegare a tuo nipote di 4 anni.
Ve lo spiego con un’analogia.
L’elemento carbonio in natura si trova in tre forme elementari principali:
1) carbone, dal valore economico più basso;
2) grafite, da un valore intermedio;
3) diamante, che come tutti sappiamo vale molto di più.
Trasformare una qualsiasi risorsa naturale, come il gas naturale per esempio, in calore, energia elettrica, o prodotti chimici, equivale a creare dei “prodotti” con la stessa differenza di valore tra carbone, grafite, e diamante, rispettivamente.
Questi “diamanti”, che oggi vengono fatti per almeno il 90% dal petrolio, sono alla base la prosperità la nostra società. È per questo motivo che trasformare certe risorse naturali, come il gas naturale, è molto importante in modo da ridurre la nostra dipendenza dal petrolio e gradualmente sposarla verso fonti sostenibili.
Perchè dobbiamo passare all’energia rinnovabile? ci riusciremo? 
La produzione di energia e di prodotti chimici in maniera sostenibile è uno scopo chiave per sostenere la continua crescita la nostra società, in termini sia di popolazione che di standard di vita. Molto probabilmente, questa è l’impresa ingegneristica (e anche socio-economica) su scala e più ardua che gli esseri umani abbiamo mai tentato fino ad ora.
Si, ci riusciremo, ma ci vorrà tempo.
Per esempio, la produzione di energie elettrica da fonti rinnovabili come il solare, eolico e cosi via è già una realtà commerciale. Ma per la produzione di prodotti chimici usando la CO2 come fonte di carbonio in tandem con energie sostenibili, siamo ancora lontani da impianti commerciali di rilievo.
Cosa succederà in questa transizione? quali sono le criticità e le nuove esigenze?
Fare un balzo diretto da petrolio e carbone a CO2 ed energie rinnovabili, considerando le crescenti esigenze di energia e prodotti chimici la nostra società, è semplicemente impossibile.
Per questo il concetto di transizione è cosi importante, perché permette di abbandonare gradualmente petrolio e carbone mentre nuove tecnologie che sfruttano CO2 ed energie rinnovabili vengono sviluppate ed implementate commercialmente.
Nel frattempo, la produzione di energia e prodotti chimici viene garantita dall’utilizzo di altre risorse molto meno inquinanti, come per esempio il gas naturale e la biomassa. Da questo punto di vista, le criticità ed esigenze sono nel cercare di spingere al massimo l’utilizzo di queste risorse chiave di transizione e nello sviluppare ed implementare processi che sfruttino CO2 ed energie rinnovabili. Di questo fanno parte tecnologie (i) per la produzione di energia elettrica e calore, (ii) come anche di prodotti chimici, (iii) per la cattura la CO2 e (iv) per lo smaltimento di rifiuti.
Ovviamente questa è un’analisi a grandi linee per dare un’idea generale, ma il problema è estremamente più complesso di questo.
Che tipo di soluzione è il gas naturale?
Come anticipato, il gas naturale è una soluzione di transizione.
Questa fonte è comunque fossile, ma decisamente è la meno inquinante, e molti stati nel mondo stanno già utilizzando sempre più questa risorsa. Ad esempio, negli Stati Uniti il governo Obama è riuscito a diminuire la produzione di CO2, associata alla generazione di energia elettrica, per ben un miliardo di tonnellate incentivando l’utilizzo di gas naturale invece che quello di carbone nelle centrali termoelettriche.
Perchè viene utilizzato maggiormente il petrolio e non viene sfruttato al massimo il gas naturale?
Ci sono vari motivi per questo uso subottimale. Uno dei principali è che il trasporto di gas naturale è in genere 0 volte più costoso che quello di petrolio, rendendo quest’ultimo l’opzione più economica.
Arriveremo all’utilizzo consistente le energie rinnovabili? quando è previsto?
Riuscire ad essere veramente sostenibili è un’impresa dalle infinite sfaccettature, che spesso si sovrappongono anche tra di loro. Ovviamente esistono varie previsioni a riguardo, e in genere si parla che questo avverrà nei prossimi 50 anni. Ma dare un numero valido ad un problema così complesso, è a mio avviso un’impresa quasi impossibile.
Quali sono gli impedimenti maggiori per arrivare all’utilizzo le energie rinnovabili come soluzione definitiva?
Come anticipavo, riuscire ad essere veramente sostenibili è un’impresa immane, e non soltanto ingegneristica/tecnologica ma anche socio-economica.
Ci sono varie stime sul costo di riuscire a diventare “definitivamente sostenibili”, che variano tra i 50’000 e i 120’000 miliardi di dollari, a dipendenza degli scenari/ipotesi e così via. In ogni caso, la domanda sorge spontanea: chi paga? Gli stati sviluppati che storicamente sono “più responsabili” l’inquinamento odierno o gli stati in via di sviluppo che oggi sono quelli che inquinano maggiormente? Il mercato e o i consumatori? È un dilemma amletico, che viene molto spesso ignorato oggi!
A mio papere, a parte le ovvie e necessarie soluzioni tecnologiche ed ingegneristiche, è necessario sviluppare le soluzioni/moli/piani che contemplino le ripercussioni economiche e sociali come anche quelle politiche e legislative.
Solo questo approccio integrato può garantire una transizione di successo verso l’era le rinnovabili.
Cosa ne facciamo oggi gas naturale e cosa cambierà con la soluzione sulla quale stai lavorando
Oggi quasi il 90% gas naturale viene utilizzato per la generazione di energia elettrica, mentre meno 10% viene usato per la produzione di prodotti chimici. La rimanente percentuale, che si gira intorno al 3.5%, viene bruciata direttamente (senza utilizzare il calore prodotto) nel cosiddetto processo di “flaring”, rilasciando più di 350 milioni di tonnellate di CO2 in atmosfera ogni anno. Questo succede principalmente proprio per il problema dei costi eccessivi di trasporto, purtroppo rendendo il flaring il modo più economico di disfarsi gas naturale quando i volumi estratti sono troppo pochi per rendere il trasporto economicamente conveniente.
La mia soluzione cerca di risolvere esattamente questo problema costruendo un impianto, basato sulla tecnologia che ho sviluppato all’ETH, che è cosi piccolo (ed efficiente) che riesce ad entrare in un container, o come lo chiamo io il “plant-on-wheels”, che può essere trasportato direttamente dove il gas naturale viene estratto. Quindi, questa risorsa viene convertita in sito in prodotti chimici liquidi facilmente trasportabili, eliminando il problema dei costi di trasporto gas naturale e di conseguenza il flaring stesso.
A lungo termine, prevedo che questa tecnologia possa aiutare ad instituire il gas naturale come una fonte chiave per la transizione verso l’era le rinnovabili.
In relazione all’inquinamento cos’è cambiato fra l’amministrazione Obama e Trump? 
Queste due amministrazioni non possono essere più differenti. Sicuramente, un’importante caratteristica governo Obama è quella la lotta al cambiamento climatico e alla riduzione le emissioni di CO2.
Un chiaro esempio è l’introduzione di leggi che regolano e standardizzano le emissioni causati dal processo di flaring gas naturale nei vari stati produttori, che invece sono state ritirate durante l’amministrazione Trump.
Però, questi due governi non si possono considerare “bianco e nero”. Il problema è molto più complesso, come sottolineato nel seguente esempio. Come dicevo prima, l’amministrazione Obama è riuscita a diminuire sensibilmente la generazione di CO2 da impianti termoelettrici passando dall’utilizzo di carbone a quello di gas naturale.
Allo stesso tempo, la chiusura di questi impianti a carbone ha causato un’emorragia di posti di lavoro, aumento il degrado sociale nelle zone affette, che si focalizzano principalmente in Pennsylvania, Ohio, Indiana, Michigan, Iowa, e Wisconsin. Durante le elezioni 2016, questi stati sono stati determinanti nella vittoria di Donald Trump, in cui probabilmente hanno visto nuove possibilità.
Questo esempio vuole dimostrare quanto sia importante e connesso l’impatto socio-economico con quello ambientale, e che per una visione d’insieme è fondamentale per raggiungere un vero e decisivo sviluppo sostenibile.
Petrolio VS Gas naturale VS Carbone quale risorsa inquina di più?
Il carbone è la fonte fossile più inquinante, non soltanto in termine di produzione di CO2, ma anche di metalli pesanti, come il mercurio. Il gas naturale, come discusso in precedenza, è la fonte più sostenibile, mentre il petrolio è un intermezzo.
Cosa sta facendo la Cina sotto questo punto di vista?
La Cina utilizza principalmente carbone, in quanto molto ricca di questa risorsa, e quindi inquinando notevolmente. Allo stesso tempo sta investendo moltissimo in energie rinnovabili e anche sulla cattura di CO2. Sicuramente è uno stato fuori dal comune.
Cosa pensi la seguente affermazione che ha dichiarato Simone Molteni al programma “Le Iene”: ” Per dare una dimensione le possibilità, basterebbe una superficie vasta come il 3% deserto Sahara di pannelli termodinamici per produrre più l’energia elettrica che usiamo in tutto il mondo”
Questo per me è un classico esempio di “fool’s innovation”, ovvero l’innovazione degli stolti, perché cerca di pensare di risolvere un problema senza riguardarsi di cosa comporta una soluzione genere.
Prima di tutto, se anche producessimo tutta questa energia nel Sahara, sarebbe impossibile distribuirla in tutto il mondo per via le normali perdite che avvengono durante il trasporto in cavi elettrici. In più, ci sono vari studi che dimostrano che un’enorme quantità di pannelli solari concentrati in un’unica zona, rifletterebbe una quantità di luce tale da poter risultare in effetti climatici importanti.
Per questo è estremamente importante capire e conoscere quali siano gli effetti a valle quando si cerca di innovare, per non causare altrimenti una “valanga”.
Insieme a te altri 12 italiani fra i 30 giovani d’Europa. Te lo aspettavi? hai avuto modo di conoscerne qualcuno?
Sono molto contento che l’Italia sia rappresentata molto bene al livello europeo. Devo ammettere che non mi sorprende, perché di eccellenze italiane ce ne sono molte in giro, ma ahimè spesso fuori dal Bel Paese.
Si, ho avuto il piacere ed onore di conoscere diversi ragazzi, tra cui Giacomo Rovero, incredibile ballerino al Royal Ballet di Londra, e Giovanni Rastrelli, talentuoso amministratore egato di EDIT Torino. Spero presto di riuscire a conoscere anche tutti gli altri.
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Una volta finito il dottorato a fine , il mio progetto principale è quello di aprire una startup per commercializzare la tecnologia che ho sviluppato e dare vita, come anticipato, al “plant-on-wheels” per poter ridurre il processo di flaring gas naturale.
Un messaggio che vuoi lasciare agli adulti over 30
Insegnateci e dateci la possibilità di fare la differenza. Vi sapremo sorprendere.
Un messaggio che vuoi lasciare ai giovani under 30
Non prendete un certo sentiero solo perché è facile. Imparate ad osare, a riflettere sulle decisioni importanti da prendere per il vostro futuro, e specialmente a fare sacrifici. Non abbiate timore di essere diversi e di non sentirvi “amalgamati”.
D’altronde, se fossimo tutti uguali, come riusciremmo a distinguerci e ad eccellere come individui?