Prima di parlare di diritto all’oblio Google prendiamo in prestito un’immagine del famoso Calamandrei diceva “Bisognerebbe che ogni avvocato, per due mesi all’anno, facesse il giudice; e che ogni giudice, per due mesi all’anno, facesse l’avvocato. Imparerebbero così a comprendersi e a compatirsi e reciprocamente si stimerebbero di più.”
Nel secolo digitale dovremmo integrare questa affermazione, dicendo che anche il giornalista dovrebbe fare l’indagato dopo l’assoluzione ed allo stesso modo l’avvocato così che faccia il suo per consigliare il suo cliente a prendersi cura della propria reputazione dopo un processo giudiziario.

Quante volte in Italia persone innocenti hanno dovuto patire le pene della gogna mediatica ed infamia derivante da un giudizio sbagliato?
Errare è certamente umano ma oggi la pena che l’innocente subisce è 10 volte maggiore per merito del mezzo internet, i social media, i giornali online ed i blog telematici.
E’ il caso di Mario Rossi travolto da un’inchiesta famosa a livello nazionale che per lui si conclude in pochi mesi con un archiviazione totale della sua persona ma ad oggi si trovano centinaia di articoli di giornale che lo descrivono a distanza di 10 anni come iscritto in una lista di indagati.
Come mai questo accade?
E’ il fenomeno della gogna mediatica, una reputazione distrutta in meno di 24 ore.
Oggi i processi e le sentenze popolari avvengono attraverso i giornali, i talk show, i blog ed i forum senza che ci sia necessariamente verità in ciò che si narra e soprattutto senza controllo.
Il fattore di viralizzazione di una notizia negativa associata al nome del cliente non può essere più sottovalutata ed anzi è una vera e propria tragedia per certi versi.
Imprenditori innocenti che non riescono più ad essere rispettati dagli istituti finanziari come banche ed assicurazioni per l’immagine negativa presente sul web.

Persone che non riescono a ricevere nemmeno la fiducia di amici e parenti perchè additati come personaggi non raccomandabili e non degni di fiducia alcuna.
Il problema è che queste “battute pseudo giornalistiche” diventano marchi a vita poichè sono informazioni che si indicizzano su Google.it ed appaiono proprio quando si va a digitare il nome e cognome dell’innocente Mario Rossi.
Titoli di giornali affilati come spade nel cuore di chi viene citato con superficialità ed esposto al giudizio di persone disinteressate e pronte a giudicare.
SEI UNO STUDIO LEGALE? ECCO COME RIABILITARE LA REPUTAZIONE DEL CLIENTE
Ammettiamolo, l’avvocato è una professione nobile ma ormai frenetica ed anche per questo la competizione è davvero tanta, senza dubbio questo rende tutto più difficile; ciò non toglie che bisogna rimanere lucidi e comprendere come essere veri consulenti per il cliente, tutelando e prevenendo gli aspetti più perniciosi della situazione dalla quale dobbiamo tirarlo fuori.

La giustizia italiana ci porta sicuramente fuori strada con le sue lungaggini ma se siamo dei buoni avvocati ed un pò fortunati arriverà il giorno che il nostro cliente attende con ansia e per il quale ci pagherà molto bene e ben contento di farlo: il giorno dell’assoluzione.
Il giorno dell’assoluzione: cosa consigliare al cliente per vincere davvero
Nel momento fatidico durante il quale la sentenza di assoluzione /proscioglimento oppure archiviazione verrà decretata dalle autorità giudiziarie preposte, la molla che deve scattare al professionista legale, oltre alla contentezza e soddisfazione personale è che il cliente non ha concluso del tutto la sua battaglia.
Infatti mediamente se il processo giudiziario ha avuto un minimo di esposizione mediatica, sicuramente giornali, blog, pagine social avranno scritto e riportato degli articoli che sono stati pubblicati sul web riportando informazioni ormai obsolete ma percepite come vere ed attuali.

Consigliare dunque di cercare su Google.it il proprio nome e cognome.
Ecco che il cliente scopre digitando, che appaiono una marea di articoli di giornale e siti web che lo ritraggono come un delinquente inevitabilmente.
Non solo i quotidiani ma anche video ed immagini possono essere contenuti altamente lesivi e per questo non possono essere ignorati.
Fidelizzare un cliente non è semplice ed oggi la guerra del prezzo con le piattaforme aggregatrici di studi legali e professionisti di certo non aiutano.
Cosa può fidelizzare il cliente per davvero? l’approccio imprenditoriale che si ha nei confronti del destino del cliente stesso e nella risoluzione dei suoi problemi e timori.
Ecco che entra in gioco la necessità di essere utili anche dopo la vittoria in aula consigliando di pulire e ricostruire la reputazione digitale presso i motori di ricerca, i social network ed in particolar modo su Google.it .
Come ripulire la reputazione personale del cliente
Fare pulizia digitale delle informazioni lesive alla reputazione del cliente non è banale e non è di certo un lavoro che uno studio legale o un professionista della giurisprudenza può fare in modo efficace e sistematico.
Il motivo deriva dal fatto che il web è un mondo in costante mutamento e servono competenze specialistiche con figure professionali dedicate alla gestione della reputazione online di un soggetto.
Il migliore approccio sarebbe quello di fare affidamento di un partner affidabile specializzato nella difesa e potenziamento della web reputation di persone ed aziende che possano occuparsi direttamente del vostro cliente per farlo felice senza paragoni.
Cosa fa un’agenzia di reputazione web per il cliente ?
Mette al sicuro l’immagine del soggetto coinvolto sui vari canali digitali che ogni giorno vengono consultati da più del 70% delle persone e quindi dei pubblici interessati. Ormai non si può ignorare l’importanza del web nella vita di tutti i giorni ecco perchè si dice siamo nella reputation economy.
Come lo fa? analizzando e monitorando il caso specifico identificando i contenuti lesivi all’onorabilità del cliente con precisione.
Per ogni contenuto il consulente, chiamato reputation manager, deciderà strategicamente se può essere neutralizzato grazie all’applicazione del nuovo regolamento GDPR, di cui punta di diamante ne è il diritto all’oblio, oppure stabilire una tattica più complessa e raffinata di digital marketing a favorire il potenziamento della reputazione stessa.

Nel caso del potenziamento, si agisce per influenzare in modo positivo la percezione che gli utenti subiranno durante la consultazione di Google.it.
In poche parole, i contenuti negativi che non possono essere rimossi o deindicizzati con il diritto oblio Google, verranno fatti sparire dalle prime pagine in modo da disattivarne la lesività.
Dunque per ripristinare la reputazione è necessario eliminare da Google ciò che è dannoso ed immettere contenuto positivo.
Per intervenire in modo sicuro ed efficace bisogna rivolgersi al reputation manager ed al suo network specializzato che si occuperà di mettere in campo le competenze informatiche, di comunicazione e digital pr ed infirne legali specialistiche con l’unico obiettivo di restituire serenità ed equilibrio al cliente finale e garantire allo studio legale di avere clienti riconoscenti e certi di rimanere fedeli.